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Andromeda

26/07/2024 16:32

Marco Morana

Cultura, Scienza, energia, universo, materia, andromeda, fisica quantistica, atomo, quark, distanze astronomiche, sole,

Andromeda

L'Universo: meraviglioso concerto delle quattro forze fondamentali. Le particelle si aggregano in un'armonia dettata dalla forza nucleare forte dando vita agli

Genesi dei pianeti del Sistema solare:

 temperature, distanze, densità e il grande Giove

La temperatura è il destino di un pianeta: quanto più è elevata, tanto più rapido è il movimento di atomi e molecole. Con l'incremento della velocità, più alta è la probabilità di vincere la velocità di fuga del pianeta. A tali condizioni è parecchio improbabile che si formi atmosfera, perché gli atomi fuggono via veloci e la gravità non riesce a trattenerli. 

Al contrario: più bassa è la temperatura, minore è la velocità degli atomi. Diminuisce la possibilità che l'atmosfera si dissolva. 

Marcurio ha una gravità simile a quella di Marte, ma è molto più vicino al Sole rispetto al pianeta rosso che risulta più freddo. Titano, il setellite più grande di Saturno, ha una gravità pari alla metà di quella marziana ma una temperatura superficiale di 180 gradi sotto zero, potrebbe quindi possedere un'atmosfera di densità simile a quella terrestre perchè la bassa temperatura compensa la piccola gravità. 

Quando il materiale che porta alla formazione di un pianeta è così corposo da dare vita ad un campo gravitazionale in grado di trattenere elio ed idrogeno, il pianeta inizia a formarsi rapidamente perchè i due elementi sono i più comuni fra quelli di partenza. Più il pianeta si accresce, più raccoglie elio ed idorgeno. Tale processo è facilitato dalla distanza dal Sole. I giganti come Giove, Saturno, Urano e Nettuno sono meno densi dei pianeti rocciosi perché più lontani dalla nostra stella e composti da gas leggeri i cui atomi e molecole si muovono lentamente. Va da sè che minore è la massa di un atomo tanto più rapidamente si muove all'aumentare della temperatura. 

I pianeti rocciosi non riescono a trattenere gli elementi più leggeri. Trattengono gli atomi meno comuni e più pesanti (ferro, argo, anidride carbonica) che si compattano per interazione della forza elettromagnetica.

Il campo gravitazionale terrestre trattiene anidride carbonica, ossigeno e azoto. Ma non trattiene idrogeno ed elio. L'idrogeno, infatti, sulla Terra, non è presente da solo ma combinato ad altri elementi grazie alle interazioni. L'elio è presente in alcune riserve naturali di gas, ma è la combinazione di particelle di uranio e torio. 

Insomma, ci sono elementi che vorrebbero fuggire via da soli. Ma poi altri elementi se li prendono a braccetto: ehi, dove vuoi andare? Vieni qui che messi assieme facciamo grandi cose. E così l'ossigeno convinse l'idrogeno a rimanere sulla Terra per creare l'acqua. 

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Pianeti grandi come Giove hanno, durante la formazione, energia cinetica maggiore rispetto ai pianeti più piccoli. Più materia, significa più gravità e all'aumentare del campo gravitazionale maggiore è la velocità con la quale il materiale impatta sulla superfice del pianeta. Più sono presenti massa e velocità, più intensa è l'energia cinetica che porta più calore. I pianeti grandi hanno, dunque, il loro interno più caldo rispetto all'interno di quelli più piccoli. Sotto le nubi di Giove, 2900 kilometri più giù, si raggiungono temparature che superano i 10.000 gradi. Una temperatura più che doppia di quella del centro della Terra. Il centro di Giove supera i 50.000 gradi. Molto più della superficie del Sole. 

Avrete già notato un'apparente contraddizione: prima si dice che alle alte temperature gli atomi degli elementi più leggeri fuggono via, risultando impossibile la permanenza dell'atmosfera. Poi, invece, scopriamo che Giove, ha un'atmosfera ricca di gas che in teoria dovrebbro fuggire via visto che le temperature di Giove sono altissime. In realtà, Giove ha una gravità ben più grande dei pianeti rocciosi ed esercita una maggiore attrazione. Tali temperature, altresì, riguardano non la superfice gassosa di Giove ma la sua parte più interna e non sono dovute all'interazione col Sole (peraltro un po' lontano) ma, come abbiamo visto, all'energia cinetica. 

Tralasciamo l'effetto della compressione della materia e la resistenza ad essa, perché ci porterebbe un po' lontano dallo scopo meramente divulgativo di questa rubrica.

Andromeda tornerà a settembre, anche se non eslcudo, nelle prossime settimane, di trattare qualche altro argomento. 

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