Perché l'uomo non è tornato sulla Luna: fatti storici e complottismi
Artemis, il nuovo programma che dovrebbe riportare l'uomo sulla Luna fra il 2026 e il 2027 è in ritardo sulla tabella di marcia - come spiega ai microfoni di una trasmissione Rai, l'astrofisico Amedeo Balbi.
L'ultimo uomo ad aver poggiato piede sul suolo lunare è Eugen Cernan. Era il 14 dicembre del 1972, il suo compagno di missione, Harrison Schmitt, era risalito sul modulo poco prima di lui.
Ma perché oggi è così difficile tornarci?
Per scrivere questo articolo mi sono avvalso della consultazione del libro "Luna. Ci siamo andati!" del giornalista scientifico Paolo Attivissimo. Potete scaricare il testo liberamente da internet. Qualsiasi missione spaziale comporta dei rischi notevoli. La missione Apollo 11 aveva una bassa percentuale di riuscita. Eppure Neil Armostrong, Buzz Aldrin e Michael Collins, tornarono sani e salvi. Fra il 1969 e il 1972 gli americani riuscirono a portare sulla Luna ben sei missioni. Ma le missioni Apollo sono in tutto 33, perché si contano anche le fasi sperimentali. I costi per l'amministrazione americana corrispondono circa a 170 miliardi di dollari ricalcolando il valore al 2005 (fonte: A Budgetary Analysis of NASA’s New Vision for Space, Congressional Budget office, settembre 2004). Tuttavia, questa spesa ammontava a circa l'1% del bilancio totale degli Stati Uniti e non al 20%, come erroneamente viene riportato dai complottisti. Negli anni '60 si era in piena Guerra Fredda e gli States non badavano a spese pur di battere i sovietici sul tempo. I russi avevano mandato il primo satellite in orbita, il famoso Sputnik, messo a segno tutta una serie di record, fra i quali la prima donna in orbita: Valentina Terekova. Gli Stati Uniti erano tramortiti e meditavano il colpaccio.
Oggi non c'è più la corsa alla supremazia nel mondo, l'impresa non ha più la priorità di un tempo. La Nasa si è concentrata su altri progetti che sono risultati molto proficui, come quello del telescopio spaziale James Webb, lanciato nello spazio alla fine del 2021. Ci sta fornendo la chiave di lettura di alcuni misteri del cosmo fra i quali la fisica dei buchi neri. Ha scoperto galassie più lontane e vecchie di quanto si potesse immaginare, aperto nuovi e affascinati interrogativi sul modello standard basato sulla teoria del Big Bang. In ultimo, ha confermato quello che gli astrofisici sospettano da tempo: l'espansione dell'universo sta accelerando.
Mentre gli inconvenienti tecnici che, come detto in esordio, stanno rallentando il progetto Artemis, sono legati al progresso. L'evoluzione tecnologica permette di fare tantissime cose in più ma chiede nuovi approcci, dunque ci rimane preclusa la possibilità di utilizzare la vecchie soluzioni. Con i computer immagazziniamo quanto musica vogliamo, ma non possiamo introdurvi una vecchia musicassetta.
Spesso gli scettici, portano come prova del complotto una frase degli ingegneri della Nasa secondo cui abbiamo perso la tecnologia per le missioni lunari. E da qui, l'idea che lo dicono apposta per nascondere il fatto che non siamo mai stati sulla Luna.
Ma quella frase non è una banale giustificazione. Rappresenta bene il cuore del problema: la tecnologia degli anni '60 non è più utilizzabile. Occorrono alternative. I moduli spaziali oggi sono più sofisticati ma anche più soggetti alle intemperie cosmiche come le fasce di Van Allen: particelle ad alta energia. Non sono pericolose per l'equipaggio perchè le si attraversa dalla zona più periferica e ad altissima velocità. Funziona come con i raggi x: non sono pericolosi per brevi esposizioni. Tuttavia sono pericolose per la strumentazione, molto sensibile. Se salta la strumentazione si mette a rischio, sì, la vita degli astronauti. Anche perché non vi è nessuna possibilità di andarli a salvare con altri mezzi. Se c'è un problema, deve essere risolto all'interno della navicella. Teniamo poi conto che gli standard di sicurezza attuali sono molto più severi rispetto ad un tempo. Un altro inconveniente è legato alla tute. Rispetto al passato non saranno usa e getta. Scrive il sito internet astrospace: "Le tute spaziali xEMU sono fondamentali per l’esplorazione lunare. Non è infatti possibile intraprendere una complessa attività extraveicolare sulla Luna con le attuali tute spaziali utilizzate dalla NASA per uscire nello spazio. Queste si chiamano tute EMU (Extravehicular Mobility Units) e sono una variante di quelle sviluppate negli anni ’80 per lo Space Shuttle. Non sono state progettate per resistere all’ambiente lunare, carico di regolite e con diverse necessità di movimento."
Quelle nuove dovrebbero essere pronte nel 2025. Con la nuova tecnologia, occorre cambiare anche tutto il progetto ingegneristico che sta alla base della missione. Variano i parametri, bisogna riadattare gran parte della matematica che occorre per guidare dalla base gli astronauti in volo. Stiamo parlando dello sforzo scientifico, ingegneristico, economico, tecnologico più grande di sempre.
Questi inconvenienti dovrebbero convincere della veridicità della storia piuttosto che far pensare ad un gigantesco inganno.
Le prove.
Le missioni lunari degli anni '60 e '70, sono fatti storici conclamati. Esistono migliaia di fotografie reperibili negli archivi della Nasa su internet. Sarebbe impresa alquanto proibitiva falsificare tutte quelle foto. Le rocce di regolite portate a Terra sono state passate, nel corso dei decenni, al vaglio di tutti gli scienizati del mondo: parecchi dei quali non certo amici degli Stati Uniti. Persino i servizi segerti russi si sono dovuti rassegnare all'evidenza. Durante le missioni, le frequenze radio degli astronauti restarono aperte. I radioamoatori erano sintonizzati: i segnali radio provenivano indubbiamente dalla Luna. Le impronte lasciate dagli astronauti sul suolo lunare non sono riproducibili sulla Terra, perché non vi è regolite e perché la gravità è più marcata.
In sintesi, proprio dal libro di Paolo Attivissimo riportiamo:
"1) montagne di documentazione verificabile e verificata da
esperti di tutto il mondo per decenni.
2) segnali radio e TV altamente complessi e perfettamente
realistici.
3) nessuna confessione o rivelazione in tutti i decenni ormai
trascorsi.
4) accettazione senza obiezioni da parte del regime sovietico rivale.
5) ricezione diretta italiana dei segnali radio degli astronauti
sulla Luna.
6) nessuna obiezione da parte di nessun esperto dei settori
interessati (ingegneria aerospaziale, astronomia, astrofisica -
sica, radiocomunicazioni e simili).
7) rocce lunari accuratamente scelte e riportate sulla Terra.
8) specchi collocati sulla Luna, tuttora verificabili.
9) foto recenti dei veicoli Apollo e degli strumenti lasciati
sul nostro satellite, coerenti con la documentazione NASA
dell’epoca.
10) immagini che possono essere state scattate solo in pre-
senza di un astronauta sulla Luna e sono confermate da
missioni spaziali di paesi diversi dagli Stati Uniti.
11) polvere che si comporta in modi possibili soltanto nel
vuoto.
12) astronauti che camminano con un’andatura possibile sol-
tanto in un sesto di gravità.
Alla luce di questi fatti, è inevitabile concludere che quello che
dicono spesso i lunacomplottisti a proposito degli sbarchi sulla
Luna in un certo senso è vero, nel 1969 l’impresa era davvero
tecnicamente impossibile: Quella di falsificarli. "
Il complotto sarebbe stato parecchio più complicato delle missioni. E' più facile il viaggio sulla Luna. Imbrogliare sarebbe sinonimo di un'intelligenza ancora più raffinata e di una capacità tecnica fantascientifica. Quindi chi avanza la tesi dell'inganno con l'intento di sconfessare le abilità degli uomini Nasa, sta decisamente sbagliando strategia.
Sarebbe impossibile riportare centinaia di documenti e prove in poche righe. Occorre un libro, appunto. Se non vi va dei leggere un testo di circa 600 pagine, potete curiosare in giro per il web, sui siti scientifici, sulla pagina della Nasa, su Wikipedia. I dubbi sono leciti, sempre. Dubitare è segno di intelligenza. E' sbagliato fare dei propri dubbi la certezza del complotto. Oggi, con i mezzi di comunicazione a nostra disposizione, davvero non ci sono più alibi per gli sprovveduti.
Innamoratevi della bellezza del mondo.
Le missioni Apollo sono state realizzate grazie allo sforzo congiunto di numerosi individui di tutte le nazionalità, non solo americani. Bisognorebbe essere fieri di questo. E' bello sapere che da qualche parte nel mondo c'è chi fa cose fuori dal comune. Non mi sento di dire fino a che punto sia stato un grande passo per l'umanità. E' vero che quando l'uomo ha pensato l'impossibile sono venute fuori le più grandi imprese della storia. Anche rovesciare i regimi sembra avere dell'impensabile. Ma è avvenuto più volte. Albert Einstein ha immaginato l'inverosimile: la gravità rallenta il tempo. E grazie a questa intuizione oggi abbiamo i navigatori satellitari e altra tecnologia.
Non pensiamo sempre ai complotti. Bisogna innamorarsi della bellezza del mondo. Occorre l'umiltà per imparare, il desiderio di conoscere la natura. Impariamo lo stupore dei bambini quando scoprono per la prima volta il mare. Immaginiamo, pensiamo, voliamo con la ragione e il cuore. Eracilto scriveva: ἔλπιζε ἀνέλπιστον. Spera l'insperabile. Immaginiamo l'imponderabile. E' per questo che l'umanità è giunta fin qui.